Forza d’Agrò – Tiene banco in questi giorni il referendum che (forse) si andrà a fare per la secessione della frazione Scifì dal comune madre di Forza D’Agrò e l’aggregazione della scorporata frazione al comune di Sant’Alessio. Il dubbio è legittimo poiché i sindaci dei due comuni hanno annunciato ricorso al Tar contro il decreto dell’assessore regionale per le autonomie locali, Patrizia Valenti, che dichiara ammissibile l’istanza del comitato “Pro Scifì” e dispone l’indizione del referendum nel quale potranno esprime la loro scelta gli elettori di Forza D’Agrò e di Scifì ma non quelli di Sant’Alessio. Ed è proprio questo che ha mobilitato l’amministrazione comunale di Sant’Alessio. “Anche i nostri elettori devono potersi esprimere in questa vicenda” dice il sindaco Rosa Anna Fichera e spiega che dal 2008, quando il consiglio comunale di Sant’Alessio si espresse favorevolmente alla aggregazione di Scifì, sono cambiate molte cose “e bisogna ponderare con attenzione le scelte che si andranno a fare perché impegneranno le generazioni future”. E sul piatto della bilancia arriva un nuovo motivo di discussione: quando costerà al comune di Sant’Alessio “indennizzare”il comune di ForzaD’Agrò per il territorio sottratto con lo scorporo – aggregazione di Scifì? Un interrogativo non da poco perché è recente la delibera del commissario ad acta che ha stabilito che per l’autonomia di Savoca da Santa Teresa di Riva (1948) il comune di Savoca dovrà versare nelle casse del comune di Santa Teresa di Riva, per la definizione dei rapporti patrimoniali rimasti in sospeso, la bella cifra di 350 mila euro. Da qui la domanda: quanto costerà a Sant’Alessio “aggregare” la frazione Scifì? Il gioco vale la candela? Anche di questo si occuperà il consiglio comunale che dovrà riunirsi a breve anche perché giongono voci sempre più consistenti che a Sant’Alessio ci abbiano ripensato. Al comune marino è andata bene già una volta quando la definizione dei rapporti patrimoniali con l’autonomia da Forza D’Agrò si chiuse qualche anno fa, e sempre con l’intervento di un commissario regionale con un “pari e patta”. Stavolta come finirà?
Intanto anche a Scifì e Forza D’Agrò si discute la questione. Già si sa che il sindaco Fabio Di Cara intende appellarsi ai giudici amministrativi per opporsi alla “secessione” ed al referendum che la legittima. Dopo avere riportato il punto di vista del comitato “Pro Scifì”, oggi sentiamo l’altra campana.
Abbiamo sentito il decano dei “rappresentanti del popolo”, l’assessore Fiorino Chillemi, consigliere comunale dal 1988, prima in maggioranza, poi all’opposizione, e quindi assessore e vice sindaco. In questo mandato siede nella giunta di Fabio Di Cara con la delega ai lavori pubblici. “Per me sono manie di protagonismo. Una minoranza di 80 persone non può imporsi sulla maggioranza di 300 elettori. Del comitato che ha promosso il referendum molte delle persone che hanno firmato, hanno già preso le distanze, altri hanno cambiato residenza. Sono contrario al referendum perché non ha motivo di esistere, ma d’altro canto vorrei proprio che si contassero i pro ed i contro. La verità è che si tratta di una operazione fine a se stessa. Si lamentano perché abbiamo chiuso la scuola di Scifì, ma sono proprio alcune di quelle persone che hanno firmato per il referendum che hanno iscritto i propri figli nella scuola di Sant’Alessio, facendo mancare il numero minino per la sopravvivenza dell’istitutuzione. Ed aggiungo che quella scuola è intitolata al prof. Giuseppe Lombardo che tanto si è battuto affinchè fosse istituita, ed oggi i suoi nipoti hanno contribuito a farla chiudere portando i propri figli nelle scuole del circondario”. Ed infine aggiunge” ritengo che sia più giusto far votare anche gli elettori di Sant’Alessio, perché poi saranno loro a dover pagare l’indennizzo”.
Il vice sindaco Massimo Cacopardo, consigliere comunale più votato nella frazione Scifì, ed attuale componente della giunta presieduta da Fabio Di Cara. “Tutto è partito dalla chiusura della scuola di Scifì. Ma coloro che oggi si battono per lo scorporo hanno contributo alla sua chiusura iscrivendo i propri figli altrove. I bambini a Scifì ci sono e ci sono sempre stati, la nostra non è una frazione che si spopola, ma i genitori hanno scelto di iscriverli altrove per propria comodità, ed ora non possono venire ad accusarci di averla chiusa. Due anni fa sulla carta c’erano undici bambini, abbiamo invitato i genitori a dare la propria disponibilità per iscriverli a Scifì, nessuno ha risposto”.
E vuole chiarire anche che “se cinque anni fa ho firmato la petizione per il referendum era perchè ne ero convinto, ma frequentando le persone, sondando il terreno, mi sono accorto che era tutta una speculazione per la visibilità di qualcuno. Ho perso atto e me ne sono uscito, presentando le dimissioni e lavorando con maggiore impegno per far crescere la mia frazione. Mai dalla maggioranza ho avuto un diniego per risolvere i problemi piccoli o grandi che si presentavano. Certamente si poteva fare di più, ma l’impegno dell’amministrazione comunale non è mai mancato”.
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