Mons. Calogero La Piana è riuscito ad unire ciò che la politica divide. Le parrocchie di Forza D’Agrò e Sant’Alessio avranno lo stesso parroco, 65 anni dopo la traumatica separazione da Forza D’Agrò della frazione Sant’Alessio, che divenne comune autonomo. La nomina non è ancora ufficiale, si aspetta l’annuncio della Curia, ma ormai la voce gira da qualche settimana, da quando padre Angelo Isaja ha lasciato la parrocchia di SantaMaria delle Grazie di Sant’Alessio per andare a curare le anime della parrocchia dell’Assunta di Nizza di Sicilia, lasciando vacante la sede alessese. Dove ora arriva il giovane padre Luciano Zampetti, 35 anni, da quattro parroco di Forza D’Agrò dove dirige con grande soddisfazione dei fedeli la parrocchia di Santa Maria Annunziata. La comunità alessese è in fermento da alcuni giorni, aspetta di accogliere a braccia aperte il nuovo parroco che raccoglierà la pesantissima eredità lasciata da don Angelo, amato e stimato da tutto il paese. Ma padre Zampetti non farà rimpiangere il predecessore, preceduto com’è, dalle tantissime cose apprezzabili fatte a Forza D’Agrò.
L’arcivescovo La Piana, quindi, è riuscito laddove la politica sta fallendo a tutto campo. E dare a S.Alessio un parroco che proviene da Forza D’Agrò, oggi, ha un doppio significato, religioso e politico, in un momento in cui si pensa più a dividere che ad unire. Naturalmente all’arcivescovo non interessa l’aspetto politico, ma religione e politica dalle nostre parti sono due parallele che prima o poi sono destinate ad incontrarsi, contrariamente a quanto enunciato dal matematico Euclide. E’ di questi giorni il dibattito per referendum si – referendum no per la separazione della frazione Scifì da Forza D’Agrò per l’aggregazione a Sant’Alessio. Il decreto per l’indizione del referendum è già stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione, ora si attendono gli ulteriori passaggi burocratici che dovranno portare gli elettori di Forza D’Agrò e Scifì a decidere il proprio futuro. La polemica che si è innescata riguarda l’esclusione degli elettori di Sant’Alessio da questa scelta, perché dovranno subire una decisione che , se passasse il referendum, andrebbe a modificare l’attuale territorio del comune marino dopo quella fatidica e violenta separazione del 1948 quando gli alessesi assaltarono il municipio di Forza D’Agrò per ottenere l’agognata autonomia. E fu in quella occasione che i residenti di Scifì scelsero di appartenere a Forza D’Agrò invece che al comune marino. Le nuove generazioni cambiarono idea e nel corso degli anni si cominciò a fare strada l’idea che Scifì dovesse andare con Sant’Alessio. Nel 2007 venne costituito un comitato con lo scopo di arrivare alla secessione. Nel 2008 il consiglo comunale di Sant’Alessio esprimeva parere favorevole alla proposta di aggregazione, così il comitato Pro Scifì presentò in regione la sua petizione per il referendum. Cinque anni dopo,e con l’opposizione del comune di Forza D’Agrò, quella richiesta è stata ritenuta ammissibile, così l’attuale assessore regionale perle autonomie locali, Patrizia Valenti, ha firmato il decreto che autorizza il referendum provocando il fuoco di sbarramento del sindaco di Forza D’Agrò, Fabio Di Cara, che ritiene questo scorporo atavico e medievale, e le perplessità del sindaco di Sant’Alessio, Rosa Anna Fichera che ritiene invece necessario nella consultazione referendaria il coinvolgimento degli elettori di Sant’Alessio. Sono stati preannunciati ricorsi al Tar, ma finora i sindaci e le rispettive giunte non hanno nominato i legali di fiducia.
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