Forza d’Agrò – È tornata dopo quasi 10 anni, mercoledì 10 luglio, l’auto di Google Maps e Street View. La vettura, dotata di telecamere e sensori, ha tralasciato la via SS. Annunziata e non ha completato la via Belvedere. Difatti arrivata all’intersezione con via Pietrisciuti, ha fatto inversione ed è tornata indietro.
Dal primo lancio negli Stati Uniti nel 2007 oggi le foto sferiche, realizzate con speciali apparecchiature, includono località in tutti i sette continenti.
Come si realizzano queste foto?
Come prima cosa si devono percorrere le strade e fotografare i luoghi da mostrare in Street View. Si deve tenere conto di diversi fattori, tra cui le condizioni meteorologiche e la densità di popolazione delle diverse aree, per determinare quando e dove è possibile raccogliere le immagini migliori.
Per abbinare ogni immagine alla sua posizione geografica sulla mappa, si devono combinare tra di loro una serie di operazioni. I segnali provenienti dai sensori sulla vettura che misurano i dati GPS, la velocità e la direzione. Questo dà la possibilità di ricostruire il percorso esatto della vettura e anche a inclinare e riallineare le immagini in base alle necessità.
Per evitare interruzioni nelle foto sferiche, fotocamere adiacenti scattano foto leggermente sovrapposte, che vengono poi “cucite” insieme in un’unica immagine a 360°. Infine applicando speciali algoritmi di elaborazione delle immagini si attenuano le “cuciture” e si crea una transizione uniforme.
La velocità con cui i tre laser della vettura vengono riflessi dalle superfici consentono di capire la distanza di un oggetto o di un edificio e di creare i modelli 3D. Quando l’utente si sposta su un’area lontana, il modello 3D determina la migliore vista panoramica da mostrare per quel punto.
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