Forza d’Agrò – Lo avevamo scritto sabato 17 ottobre che la cazzata del referendum non avrebbe avuto storia. Solo il 18% della popolazione si è recata alle urne per esprimere la propria volontà sullo scorporo della frazione di Scifì. Si è scelto l’astensionismo per contrastare questa folle idea che non condivideva nessuno. Una figura meschina quella dei promotori di questa idea “innovativa”, la quale evidentemente non lo era visto che è stata trombata per due volte, la prima nel 1948 e la seconda nel 2015.
Ma è proprio di trombature elettorali che sono campioni questi soggetti, li abbiamo già definiti più volte i Louis Armstrong della situazione, i quali o non capiscono o gli riesce difficile accettare che la popolazione non li vuole neanche per compagnia in processione. I voti si richiudono nelle famiglie che nutrono odio nei confronti dell’amministrazione e non si riesce bene a capire perché. Di solito si direbbe che quando uno è così accanito è abituato a gestire cosa pubblica come un affare di famiglia, ed è proprio venendo meno Il tornaconto personale, ed i soldini in tasca, che si genera un odio madornale. Tanto è l’odio che nutrono verso questa amministrazione che nei social offendono tutta la cittadinanza che non li condivide.
A Scifì non sono riusciti ad ottenere nemmeno la metà dei consensi della popolazione, quindi come già scritto precedentemente questa secessione interessava solo pochi. I secessionisti nella frazione sono stati 99 su 294 aventi diritto al voto, un fallimento totale.
Una è la cosa importante che la cittadinanza deve sapere, questo referendum è costato al comune di Forza d’Agrò più di 20mila euro. Praticamente hanno utilizzato 20mila euro dei vostri soldi per capricci personali. Questi soldi sono stati sottratti alla comunità, con 20mila euro si sarebbero potuti migliorare molti servizi. Grazie agli scissionisti ciò non accadrà, grazie a loro, 20mila euro sono andati in fumo per nulla.
Ora se 96 persone rifiutano le proprie origini cosa dovrebbero fare?
Secondo buona parte di popolazione, per il loro bene, dovrebbero fare le valigie ed andarsene nel comune amato di S. Alessio Siculo. È così, sia chi resta che chi va, vivrebbe felice.
Figura meschina anche per i promotori di S. Alessio che, in piena campagna elettorale con l’intento di dimostrare al sindaco Fichera quanto valgono, riescono a portare alle urne solo 236 elettori su 1436. Peggio di così non potevano fare, e se con questi numeri vorrebbero attaccare l’amministrazione in carica è meglio che si vadano a fare una vacanza a Lourdes.
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