Forza d’Agrò – Il sindaco di Forza D’Agrò, Fabio Di Cara, dopo avere preso atto della scelta del consiglio comunale di Sant’Alessio di non revocare la delibera consiliare del 2008 con la quale si esprimeva gradimento per l’aggregazione della frazione Scifì del comune di Forza D’Agrò al comune di Sant’Alessio, ha deciso a sua volta di avviare le procedure per il ricorso al Tar contro il decreto dell’assessore regionale per le autonomie locali, Patrizia Valenti, nr. 227 del 11 settembre 2013 (pubblicato sulla Gurs del 1. Ottobre) con il quale si dichiara ammissibile la richiesta di separazione avanzata dal comitato Pro Scifì e aggregazione a S.Alessio, demandando al comune di ForzaD’Agrò le procedure per l’indizione del referendum. Nella prossima riunione di giunta verrà nominato il legale di fiducia mentre il presidente del consiglio, Melina Gentile, è stata invitata a porre all’odg del prossimo consiglio la presa d’atto del decreto assessoriale ed promuovere una discussione in aula sull’argomento affinchè anche i consiglieri possano esprimere la propria posizione visto che nel 2008 il consiglio era decaduto ed ad opporsi (vanamente) fu il commissario regionale, Figlioli. Da dire anche che tra sei mesi a Forza D’Agrò si voterà per le elezioni amministrative. Con o senza Scifi? Tutto dipende dalla data del referendum (entro sessanta giorni dalla pubblicazione del decreto).
Intanto la “secessione e aggregazione” è argomento di dibattito sia nei circoli politici che tra i cittadini di Sant’Alessio e di Forza D’Agrò (Scifì compresa). Posizioni variegate, punti di vista contrastanti ma rispettabilissimi. Abbiamo raccolto alcuni pareri di addetti ai lavori e di semplici cittadini, alcuni di questi li abbiamo intervistati nel 2008 ed oggi abbiamo verificato se sono della stessa idea.
“E’ una idea che merita rispetto – spiega l’architetto Sebastiano Stracuzzi – ma è anche vero che con questa scelta a Scifì perderemo peso politico. Una cosa è avere un rapporto di 2 a 1 con Forza D’Agrò, un’altra è averlo di 3 a 1 con S.Alessio. Se poi è la continuità territoriale che si cerca, bisogna stare attenti a non diventare “colonia” piuttosto che “frazione. Portare a Scifì la zona artigianale di S.Alessio, prevista a Lacco, ed affrancare le aree vincolate per destinarle ad edilizia residenziale. Giova a Scifì tutto questo?”.
Contrario a questo movimento secessionista
Fiorino Pietro Chillemi,
barista a tempo perso e assessore a ForzaD’Agrò in quota Scifì : “Sempre frazione resteremo. Ed allora? Meglio sarebbe stato puntare sulla autonomia, sarebbe stata una battaglia condivisibile ed intelligente. Invece rischiamo di avere sempre meno peso politico. Forza d’Agrò è lontana? Sarebbe stato meglio pensare a migliorare le condizioni della strada che ci collega a Forza D’Agrò, sistemando quei tre chilometri e mezzo saremmo stati più vicini. I servizi? Forza D’Agrò ce li ha sempre garantiti”.
Pensa invece che se le cose vanno a rotoli sia colpa degli scifiesi, Pippo Lo Giudice: “Il vero problema siamo noi scifiesi che non siamo uniti e non ci sappiamo far valere. Una per tutte, gli scavi archeologici. In dieci anni coloro che oggi fiancheggiano la secessione e che sedevano in giunta, non sono riusciti a portare qui fondi necessari per proseguirli. Abbiamo perso una grande occasione di sviluppo, ora inutile piangere sul latte versato. L’attuale amministrazione ha fatto un passo avanti, riuscendo ad ottenere dalla Regione il vincolo sull’area degli scavi. Da qui dobbiamo ripartire”. Massimo Cacopardo (Scifì), vice sindaco attuale di ForzaD’Agrò, “pentito” di avere firmato la petizione per la secessione (sottoscrittada 220 residenti sui 400 di Scifì) : “L’ho firmata, è vero, ma non voterò il referendum”. “Non ne vale la pena” ci spiega l’imprenditore Melo Mangiò, che aggiunge subito che lui di politica non se ne intende, ma poi lascia partire una stilettata: “Evidentemente a qualcuno conviene annettersi Scifì, magari per sfruttare meglio la zona al confine ed affrancarla dagli attuali vincoli urbanistici”. “questa operazione avrebbe avuto un significato cinquanta anni fa, ma oggi, ragionando in termini di globalizzazione, non ha alcuna importanza. E poi, se come dicono a Scifì, vogliono venire con Sant’Alessio, il referendum dovrebbe essere fatto anche tra gli abitanti di Sant’Alessio”. Mentre l’ex sindaco di Sant’Alessio, Giovanni Foti, che nel 2008, pur non avendola ostacolata , non sembrava contento di questa soluzione, oggi si dice favorevole. “E’ una cosa positiva per Sant’Alessio. Fermo restando che io sarei favorevole ad un unico comune nella Valle d’Agrò, ormai è questa il vero obiettivo”. Santino Foti (S.Alessio), imprenditore ed assessore provinciale fino allo scorso giugno, è lapidario: “Sono favorevole a vedere Sant’Alessio più grande”.
Chi è favorevole a spada tratta è l’ex sindaco Santino Carnabuci che nel 2008 da consigliere comunale votò a favore di quella delibera. Ed oggi: ”Sempre più favorevole. Avremo 1700 abitanti, una zona di espansione urbanistica omogenea che comprenderà tutta la sponda destra del torrente Agrò, dove ormai deve puntare lo sviluppo di Sant’Alessio per non rimanere stritolato tra ferrovia e autostrada”.
E Franco Santoro, imprenditore (S.Alessio): “La maggioranza votando per il rinvio e quindi no alla revoca ha dato prova di maturità politica e di buon senso, bocciando cosi la linea politica tracciata dal sindaco Fichera, la minoranza invece ha sostenuto la proposta di revoca dell’ass. Bartolilla ed é risultata battuta. Parafrasando si potrebbe affermare che il Sindaco ha perso la sua maggioranza e trovato la minoranza. Forse i nostri ragionamenti sul futuro politico di questo paese non sono tanto pellegrini. Scifì sì, quindi”.
Bruno Miliadò, imprenditore e sindaco prima di Fabio Di Cara: “Un referendum che appaga solo le ambizioni di qualcuno, non certo per il bene di Scifì. Le attese, le richieste, le istanze che venivano daScifì sono sempre state ascoltate con la massima attenzione, e soprattutto senza fare distinzione, ponendoci sempre al fianco dei cittadini. Edil risultato elettorale ci ha dato ragione. Vogliono misurarsi con il referendum? Bene vinceremo anche questo”.
Ed infine Filippo Brianni, giornalista, avvocato e rappresentante del comitato “Pro Scifì”: “Ho l’impressione che la questione Scifì, che avrebbe meritato ben altro spessore dialettico, sia diventata materia prima di tatticismi politici interni per grandi strateghi nell’elaborazione del nulla, che miravano a speculare posizioni di forza su una vicenda che dovrebbe essere di grande ed alto respiro. Ringrazio tutti quelli che hanno alzano il tono del dibattito, in aula, su internet e per strada, cercando di capire che non si parlava degli equilibri politici di S. Alessio delle prossime settimane, ma del futuro di S. Alessio per i prossimi decenni”.
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